La musica del Quattrocento
Verso la metà del Quattrocento la musica medievale, legata alle formule dell'Ars Antiqua e dell'Ars nova, conobbe una improvvisa evoluzione grazie soprattutto ai musicisti della scuola fiamminga, che posero le basi per lo sviluppo dell'armonia moderna. Musicisti come Guillaume Dufay, Josquin Desprez e Johannes Ockeghem privilegiarono l'uso del canone e gli accordi basati sugli intervalli di terza e rinnovarono i generi della messa, della chanson e del mottetto. Sempre più nella loro musica tese ad emergere una melodia (il "cantus") rispetto alle altre voci, e si affermò la standardizzazione delle quattro voci cantus, altus, tenor e bassus. Tuttavia più spesso le loro composizioni si caratterizzarono per una notevole complessità, destinata a crescere ulteriormente nel secolo successivo
La fama dei fiamminghi era grande in tutta Europa e le corti anche italiane si contendevano l'onore di ospitare i musicisti fiamminghi più apprezzati. Si diffuse sempre più l'uso di cappelle musicali private o ecclesiastiche dirette da un musicus che non era più necessariamente un monaco, ma poteva anche essere un laico, spesso anche compositore e teorico.
La musica, però, non era solo appannaggio dei professionisti e l'esercizio musicale era considerato fondamentale nell'educazione di aristocratici e signori (basti ricordare Isabella d'Este, Lucrezia Borgia e Lorenzo il Magnifico).
Andrea Solario, Suonatrice di liuto, Galleria Nazionale di Palazzo Barberini, 1510 ca
Si diffuse sempre più l'idea della musica anche come svago e intrattenimento di corte, aprendo quindi la strada a nuovi generi come la trottola e i canti umanistici come i famosi "Canti carnascialeschi" fiorentini e allargando il repertorio di danze strumentali .
Bottega degli Zavattari, Il matrimonio di Teodolinda, Cappella di Teodolinda, Duomo di Monza, 1441-1446
Musica a Milano nel '400
Grazie agli investimenti profusi soprattutto da Galeazzo Maria Sforza, Milano era diventata una delle città più ricche d'Italia anche dal punto di vista musicale. Erano ben due le Cappelle musicale che operavano in città, quella del Duomo e quella Ducale, attive la prima soprattutto nel campo della musica religiosa, la seconda assegnata soprattutto all'intrattenimento della Corte, ma con frequenti scambi e rapporti tra l'una e l'altra.
Leonardo da Vinci, Ritratto di musico, Pinacoteca Ambrosiana
Chi è veramente il musico raffigurato nel ritratto quasi concordemente attribuito a Leonardo e datato ai suoi anni milanesi?
Molti sono i nomi che sono stati avanzati, perlopiù di importanti musicisti attivi a Milano in questi anni, come Franchino Gaffurio o Josquin Desprez, che certamente ebbero occasione di incontrare Leonardo alla Corte di Ludovico il Moro. Qualcuno ha addirittura ipotizzato che si possa trattare del duca Gian Galeazzo Sforza.
All'inizio delle mie ricerche, individuati i protagonisti del romanzo, avevo deciso di attribuire, forzando un po' la realtà, il volto del musico a Atalante Migliorotti, l'allievo di lira di Leonardo che lo accompagnò a Milano. Figurarsi la mia sorpresa e il piacere quando scoprii che il più recente studioso di questo quadro, Pietro C. Marani, ipotizza che proprio di lui possa trattarsi!
"Appena entrato, Atalante rimase senza fiato e senza parole. Appeso al muro, in bella vista sopra opere appena abbozzate e fogli fitti di disegni e di quelle sue strane annotazioni scritte da destra a sinistra, vide se stesso... o meglio, quello che era stato lui stesso, quando ancora la gioventù e il suono della lira gli infondevano forza e fiducia: quel giovane dalla gonfia massa di capelli che usciva da sotto la berretta rossa, con lo sguardo serio, forse un tantino malinconico, ma conscio di sé e del proprio valore era lui ma allo stesso tempo non era lui. Era la parte migliore di lui, quella descritta dallo spartito che teneva in mano..."
(La musica del male, pag.178)
La Cappella musicale del Duomo
Inizia già con Sant'Ambrogio la ricca produzione di inni liturgici che fu alla base del fiorire della musica sacra a Milano, ma la fondazione ufficiale della Cappella Musicale del Duomo risale al 1402, quando Matteo da Perugia fu nominato primo maestro di canto. All'epoca la Cappella aveva un numero limitato di cantori, solitamente 4/5 professionisti per le parti polifoniche e il coro per il cantus firmus omofonico. Alla fine del mandato di Matteo da Perugia si era ormai delineata la composizione tipica: maestro, vicemaestro, organista, cantori adulti e fanciulli. Già nel 1425 troviamo a guida della Cappella un maestro straniero, Bertand Feragut, fatto indicativo della fama raggiunta da Milano.
Tra questi stranieri emerge con forza la figura di Josquin Desprez, la cui presenza a Milano è certa, ma con insicurezze riguardo alle date esatte: secondo alcuni fu maestro della Cappella del Duomo dal 1459 al 1473, secondo altri fece parte della Cappella ducale dopo il 1483, sotto la reggenza di Ludovico il Moro. Tra il 1489 e il 1495 fu probabilmente a Roma con il cardinale Ascanio Sforza, "prestato" alla Cappella Pontificia. Come compositore spicca la sua ricca produzione di messe polifoniche.
Negli anni '70, forse per far fronte alla complessità delle composizioni fiamminghe, il numero dei cantori venne ampliato fino alle 15 unità.
Nel 1484 fu nominato maestro di Cappella Franchino Gaffurio, sacerdote lodigiano, che vi rimase per ben 38 anni. Sotto di lui il complesso visse un momento di grande splendore, dopo essere stato riformato con la presenza di soli cantori italiani e con la riorganizzazione più rigida della Schola Cantorum. Egli fu anche importante teorico e notevole compositore di messe, mottetti e inni. La sua musica si distingue da quella fiamminga per un maggiore ricorso alla cantabilità melodica piuttosto che alle complicazioni contrappuntistiche, ponendolo quindi tra gli iniziatori della maniera italiana, basata su una semplificazione e chiarificazione della polifonia fiamminga.
Fu chiamato da Ludovico ad insegnare nel Ginnasio di Milano e fu amico di Leonardo da Vinci.
La Cappella Ducale
La Cappella Ducale fu fondata da Galeazzo Maria Sforza nel 1471. Già da tempo il duca si serviva dei cantori fiamminghi presenti nella Cappella del Duomo, e all'atto della fondazione della Cappella ducale li trasferì nel nuovo organismo. Della Cappella facevano parte ben 40 cantori, tra cui nomi illustri come Compère, Weerbeke, Agricola. La sua istituzione comportò una diminuzione di numero dei cantori del duomo, che però all'occorrenza venivano supportati anche dai cantori ducali. Nel 1473 Galeazzo Maria fece anche costruire e decorare l'ambiente in cui la compagine si sarebbe esercitata ed esibita, all'interno del Castello Sforzesco: la Cappella ducale progettata da Benedetto Ferrini e Bartolomeo Gadio e decorata da Bonifacio Bembo, Giacomino Vismara e Stefano De Fedeli.
La vita della Cappella di Galeazzo Maria fu breve come la sua, perché cessò di esistere all'indomani del suo assassinio. Venne però rifondata sotto Ludovico il Moro e da questo momento le due Cappelle milanesi ebbero caratteristiche decisamente autonome e differenti (come la presenza di molti cantori stranieri a corte, esclusi invece dal Duomo e la tendenza spiccatamente profana della Cappella ducale)