Celle Ligure
Era un paesino tranquillo, che si animava un poco solo nella stagione balneare e dove il problema più grosso erano le liti tra vicini e qualche, per fortuna non troppo frequente, furto in appartamento o atto di vandalismo ai danni del patrimonio pubblico (pag.28)
I colori accesi e variopinti delle facciate delle antiche case del borgo, allineate lungo la spiaggia, , tutte restaurate in tempi più o meno recenti, erano ancora più squillanti e allegri del solito (pag. 75)
Era una di quelle soleggiate mattinate d'inverno, per fortuna numerose in Liguria, che ricompensavano dei frequenti giorni di vento, un vento teso e gelido che spazzava il mare con foga, provocava mulinelli di sabbia e polvere, si incuneava nei caruggi, gli strettissimi vicoli liguri, fischiava, sibilava e si insinuava nel collo, tra i capelli, nelle pieghe dei vestiti, perfino sotto i calzoni (pag.74).
Arrivati all'altezza della piazza del bar Milano - nessuno la chiamava con il vero nome, piazza Sisto IV - Annarita ordinò: "Gira dentro il paese!" (pag.80)
Attraverso la maestosa scalinata salì fino al bellissimo sagrato (...). Con i toni scuri di questa vera e propria opera d'arte contrastava la ricca facciata barocca della chiesa dedicata a San Michele, dai caldi colori argentati e dorati (pag.64)
Era soprattutto il presbiterio a catturare l'attenzione, per la ricchezza dei marmi policromi dell'altar maggiore, per i monumentali candelabri dorati che lo ornavano e per la bellezza del grande polittico che lo sovrastava: ricordava vagamente che era opera di un autore molto importante. Qualcuno che aveva avuto a che fare addirittura con Raffaello, se non ricordava male (pag.65).
Appena erano entrate in uno dei negozi affacciati su via Aicardi. il "budello" centrale, erano state subissate di domande (pag.79)
Non raggiunsero la scala marmorea che, anche in questo caso, precedeva la chiesa sopraelevata, perché, dopo pochi passi nel caruggio, Annarita chiese alla badante di rallentare, quindi di fermarsi davanti alla gioielleria (pag. 81)